8 Risposte a “SENZA ISCRIZIONE OBBLIGATORIA, QUANTI PROFESSIONISTI CI SAREBBERO NEI COLLEGI?”

  1. Mai risposta ad una domanda fu così semplice: (ovviamente) NESSUN ISCRITTO! Complimenti Pasquale per la tua lucida e coraggiosa analisi; esercito la professione da oltre un decennio (dal 1998, per l’esattezza) e non mi sono mai rivolto al Collegio per veder riconosciuto un diritto, per essere aiutato nella risoluzione di un problema “politico/professionale”, ben conscio che poco avrebbero potuto/saputo fare…se non CHIACCHIERE, CHIACCHIERE e ancora CHIACCHIERE.
    Francesco Sciacca

  2. Esempio di associativismo autorenferenziale.
    Luogo dove molti scaltri personaggi e pochi in buona fede,utilizzano strumentalmente e in maniera del tutto autoreferenziale, la rappresentativa obbligatoria per raggiungere i propri scopi privati.

  3. Caro Pasquale, concordo assolutamente sulla tua riflessione sulla reale partecipazione alle decisioni e alla politica dei Collegi Prof.

    Ma tale dubbio, è legittimo ed estendibile parallelamente anche alla partecipazione degli iscritti alle OO.SS., visto che ti firmi come membro della segreteria CISL, che si attesta sulle stesse percentuali di partecipazione; ” non solo la CISL, ma anche le altre”.

    Allora, è un problema di istituzioni, o un problema di disinteresse e disimpegno diffuso, perchè tanto c’è qualcuno che ci deve pensare ?

    E’ vero, se l’iscrizione al Collegio non fosse obbligatoria, pochi la farebbero, così come se l’iscrizione ad un sindacato non avvenisse AUTOMATICAMENTE di anno in anno, altrettanto pochi la rinnoverebbero; ” visto anche i risultati contrattuali degli ultimi anni …”.

    I Collegi Prof. sono un’Istituzione legiferata dallo stato; che partecipino in tanti o in pochi, non cambia il risultato, a meno che non venga abrogata; per cui, indipendentemente dai numeri di chi partecipa ha diritto di rappresentanza, in base al numero di iscritti…, più o meno come le OO.SS.

    Dipende in quale di queste istituzioni si è disposti a credere; ma allora non è un problema di numeri, ma di persone.

    Di persone che pensano semplicemente che i problemi li debba sempre risolvere qualcun altro, perchè lo abbiamo “delegato”.

    Gigi

  4. Caro Giuseppe, sono d’accordo con te sull’associativismo referenziale e sulla rappresentatività usata per raggiungere scopi privati.

    Solo il tempo dirà se la lista che appoggi all’interno del Collegio di Milano saprà discostarsi da questa abitudine.

    A mio parere la colpa è solo di chi, con un voto, si lava la coscienza e firma una sorta di “delega in bianco” senza poi andare a verificarne il lavoro e i risultati.
    Purtroppo questa, è una consuetudine comune a tutti gli iscritti dei Collegi Prof.
    Forse, oltre a cambiare gli uomini, dobbiamo iniziare a cambiare il modo con cui la nostra categoria intende portare avanti la sua politica professionale.

    Abbiamo un sistema di rappresentatività, normato da leggi dello stato, che altre categorie ci invidiano, e semplicemente ce ne freghiamo !!!

    Poi, è naturale, che qualc’uno che si crede più bravo, o che effettivamente è più bravo, possa cedere alle lusinghe del “potere”, se non è sottoposto a nessun controllo da parte di chi questo potere glielo ha attribuito con un voto!

    Lavoro da molti anni all’interno di un Collegio Prof. con onestà intellettuale e morale, e ti posso garantire che i riscontri che ho avuto da parte dei colleghi sono stati, usando un eufemismo, deludenti!

    Penso che sia non giustificabile, ma sicuramente comprensibile, che poi una persona che comunque spende parte del suo tempo e delle sue energie per un lavoro a cui nessuno da riscontro, possa anche ritenere legittimo, come contropartita,il perseguire uno scopo anche meramente privato.

    Gigi

  5. Gent.mo Collega Gigi,
    sulle qualità professionali e “politiche” di Diego (Catania) nessun TSRM ha da dubitare, viste le cose che saputo fare come presidente di AITRI…io da Amico mi sento di appoggiarlo anche per la sua onestà intellettuale. Immagina cosa riuscirà a fare come Presidente di un collegio grande come quello di Milano e, se Dio vorrà, come membro del comitato centrale della Federazione o presidente della stessa. Tifo per lui e la sua squadra.
    Forza Ragazzi, forza Diego.
    Francesco Sciacca

  6. Caro Francesco,
    non mi permetto di dubitare sulle qualità professionali e politiche di Diego; anche perchè, non conoscendolo personalmente sarebbe un giudizio avventato.
    Ho avuto occasione di ascoltare sue relazioni a Congressi e l’impressione che mi ha dato è di una persona preparatissima e innamorata della sua (nostra) professione.
    Quello che poi ha saputo creare con AITRI, è un valore aggiunto alla sua persona.

    Sono il primo a sostenere la necessità di un ricambio all’interno del Comitato Centrale;”basta fare 2 conti e vedere quanti degli attuali esponenti svolgono ancora la professione di TSRM”.
    Ma, oltre a preparazione e competenza, per accedere nell’Olimpo radiologico, servono anche una serie di “accordi geopolitici”, cui si deve sottostare, e che sarebbe sciocco negare.

    Anche se può non piacere, questa è la realtà con cui ci si deve confrontare.

    Non conosco la realtà del Collegio di Milano, perchè non ne faccio parte e non conosco le dinamiche interne, per cui non mi permetto di esprimere giudizi in proposito.

    Auspico una felice conclusione dei vostri intenti, a esclusivo vantaggio dei TSRM; per quanto riguarda l’attività e gli eventuali risultati, permettimi la libertà di poter esprimere un giudizio solo a posteriori e non semplicemente sulla fiducia.

    Con tutto il rispetto, naturalmente dovuto a Diego Catania e a chi fa parte della sua squadra.

    Il fatto di avere un solo voto a disposizione in Cons. Naz., e quindi non appetibile per nessuno, mi permette di mantenere un’assoluta autonomia di pensiero e di giudizio, e di votare secondo coscienza e non secondo “ordini di cordata”.

    Ciao Gigi

  7. …e proprio lì sta’ il problema, Gentile Collega: Milano ha un “peso” non indifferente nel determinare i colleghi da mandare in federazione…e Diego potrebbe essere (io sinceramente lo spero) lo “strumento” grazie al quale cambiare uomini e, quindi, rotta perché – se così non non fosse – il rischio è quello di rimanere sempre dei professionisti di serie B. Cosa hanno (abbiamo) fatto in questi anni (dal 1994 ad oggi) per valorizzare la professione TSRM? NULLA!
    Perché il 1994? Perché proprio in quell’anno iniziavo a vivere questa avventura (o disavventura?) Radiologica.
    Francesco Sciacca

  8. Ho letto stamattina questa bellissima frase, di cui scusate non ricordo l’autore, che vorrei donare a tutti i colleghi TSRM d’Italia: “CHI È SICURO DI SÉ E NON HA NULLA DA NASCONDERE NON TEME IL CONFRONTO”.
    A me fa riflettere, a voi?
    Francesco Sciacca

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